Da diversi anni Bosco, la piccola frazione nei pressi di S. Giovanni a Piro è il luogo, rivoluzionario e libertario, dove trovò dimora Josè Ortega, il “Pintor de la Mancha” che aveva eletto in questi paesi campani e lucani – come Matera – una seconda patria. Erano i luoghi dei poveri e degli umili, a cui l’artista aveva dedicato la sua arte, incisioni e maioliche che ricordavano le sue peregrinazioni, in patria dove ai tempi del franchismo fu condannato per reati di opinione, e nei vari viaggi da esule in giro per l’Europa. A Matera come a Bosco l’artista ritrovava la sua storia, fatta di gloriose ribellioni e insurrezioni contro il potere, come nel ‘600 nella sua Catalogna, la Guerra dels Segadores nella quale i contadini catalani si sollevarono contro i reali; o come nel piccolo centro cilentano che fu teatro dell’insurrezione antiborbonica nel 1828, repressa con particolare ferocia, rasa al suolo con l’esposizione dei corpi dei ribelli alle porte del paese. Qui a Bosco, negli anni ’80, Ortega allestì una piccola casa, piena di arredi e opere che portano la sua firma e che dal 2011 è diventata la Casa Museo Ortega, grazie alla sensibilità dei sindaci del posto. La sua opera più importante, i “Segadores” (letteralmente “mietitori”), di cui è esposto nel paese un grande murales, è ora oggetto di una mostra, insieme ad altre opere, a Salerno fino al 31 gennaio, nei saloni della Provincia a Piazza S. Agostino. La mostra presenta preziosi esemplari che sottolineano l’importanza del pittore spagnolo nel panorama della storia artistica del Novecento. Nelle venti incisioni, acquisite lo scorso anno dal Comune di San Giovanni a Piro, Ortega, il “Pintor” si ispira alle sofferenze quotidiane dei lavoratori della terra, e l’universo contadino, con le incertezze delle stagioni e l’angoscia del tempo, è al centro del grande pannello che Ortega realizza negli anni ’70 con la tecnica che utilizza pietra litografica e incisione. Voluta dall’amministrazione di San Giovanni a Piro, guidata dal sindaco Fernando Palazzo, in sinergia con la Provincia di Salerno e la città di Matera, la mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, per testimoniare la bellezza e il valore universale della poetica artistica di Ortega. “I “Segadores” consolidano la determinazione dell’artista a trarre ispirazione dal vero, collocandolo a giusto titolo nell’alveo del ‘realismo sociale’ che informerà l’elaborazione artistica di gran parte del Novecento”, spiega Franco Maldonato, avvocato e storico, curatore della mostra che è già stata presentata a Matera e nel dicembre 2017 nella chiesa di San Nicola a Bosco. “Di quella realtà dei Segadores, Ortega non fu solo il narratore ma anche il testimone avendo lavorato con i suoi mietitori nei campi – prosegue Maldonato- è la testimonianza che alimenta la narrazione e che consente all’autore di scandire i tempi della vita dei suoi falciatori nel tormentato rapporto con la terra, governato dal ciclo lineare della giornata e delle stagioni, che i visitatori potranno vedere per esempio in Noche, Tarde e Mañana. In Preso le spighe diventano alte sbarre; in Rebellion c’è la ribellione, non contro la terra ma contro la soggezione del lavoro agreste alle leggi degli agrari”. “La poetica di Ortega – ha concluso il curatore – vive della lucida consapevolezza che l’arte non può essere evasione o intrattenimento ma militanza e servizio e Ortega, come Picasso – che con Guernica aveva inaugurato la corrente di pensiero della pittura civile – ne è stato l’interprete più coerente e pregevole”. Non sorprende che il Comune di San Giovanni a Piro lo scorso novembre abbia acquisito le venti rappresentazioni grafiche che costituiscono l’opera dei Segadores. Nel bilancio comunale del paese cilentano una ricca fetta è destinata alla valorizzazione e alla tutela dei beni e attività culturali. Di recente è stata acquistata anche la serie completa con 10 illustrazioni di Ortega riguardanti il libro “Vita del Pitocco” di Francisco de Quevedo. Attualmente il patrimonio del Museo è costituito anche da dieci pannelli in cartapesta, in comodato d’uso gratuito al Comune per volontà della vedova di Ortega. Per Bosco, Ortega è diventato il simbolo della memoria e delle radici della comunità, un paese museo con un percorso pedonale con le opere del Pintor. Oltre alla Casa-Museo di Bosco e nel Museo a lui dedicato, Ortega ha lasciato maioliche , una cappella del cimitero e la stessa piazza disegnata su incarico del Comune. “Dipingendo, ha scritto Ortega, ho creato tutto: immaginario, reale, una forma, un’idea immortale del mio sentire. Nelle pieghe della terra dove la luce si addensa, nei cieli mescolati dove il sole si alza, io mi rifletto. Ho imparato la vita colore per colore, come si dimentica in silenzio nelle crepe dei sogni, e come si risveglia una vita intera con la dolcezza delle cose inosservate. Ed ho accettato poi, che in fondo, tutto quel che resta è appena un profumo di mandorli in fiore”. Bosco era un posto dove aveva ritrovato “ un’angoscia ed una miseria che sono quelle della mia gente. Perché i colori sono quelli della mia terra. Sono rimasto perché la pelle dei braccianti è scura e secca, come quella dei contadini spagnoli”
Josè Ortega (1921-1990) fu rappresentante del realismo sociale e tra i fondatori del gruppo “Estampa popular”. A 26 anni fu condannato in Spagna per reati di opinione e dopo il carcere uscì il suo primo ciclo di xilografie. Negli anni sessanta iniziò iniziò il suo lungo esilio, prima a Parigi, dove gli fu assegnata la medaglia d’oro per la sua azione di lotta per la libertà. Nel ’64 Antonello Trombadori organizzò la sua prima personale italiana alla galleria La Nuova Pesa di Roma, alla quale seguirono altre esposizioni nel ’68 e ‘74. Nel ’69 realizza le venti incisioni dei Segadores, ispirate dalle lotte e dal lavoro della terra. Nel ’73 si trasferisce a Matera dove scolpisce bassorilievi, utilizza la cartapesta e realizza Morte e nascita degli innocenti, presentato al Castello Sforzesco di Milano. Alla città di Matera ha lasciato molte sue opere che sono state organizzate in un Museo dedicato. Solo nel ’76 poté tornare in Spagna ed esporre le sue opere. Nell’80 ritornò in Italia e si stabilì a Bosco, frazione del comune di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno.
http://www.cilentoemenevanto.com/bosco-casa-jose-ortega/
http://www.visitcilento.com/it/scheda_localita/44-casa-museo-di-jos%C3%A8-ortega.html