“Il rischio è la nostra scomparsa, le nostre istanze sono state sconfitte dalla società, cerchiamo rappresentanze politiche che sono drammaticamente minoritarie, bisogna cambiare e il cambiamento non può avvenire nelle urne, non sono le alchimie né le alleanze decise a tavolino che risolvono il problema”. Il tono di Franco Mari, segretario provinciale di Sinistra italiana a Salerno, reduce dell’accordo con MDP che ha dato luogo a Leu, non è dei più vivaci. La modesta performance dell’alleanza, il 3 %, esprime un risultato che mette in crisi l’intero progetto e i dirigenti che l’hanno sostenuta. Ma soprattutto costringe chi milita da anni in questa area, ad una autocritica feroce e senza sconti. “Guarda, continua Mari, pensa un attimo ad uno che ha fatto lo scrutatore a queste elezioni, ha lavorato 24 ore di seguito, senza sosta per guadagnare 150 euro, cioè 6, 25 euro l’ora, lavoro tra l’altro ambito e ben pagato. Questa è la condizione di lavoro oggi, una totale dequalificazione, dove dovresti trovare una sinistra agguerrita pronta a denunciarla”. Eppure la critica di sinistra alla vittoria dei 5 stelle parla con disprezzo del Sud, un popolo di miserabili che ha votato la protesta in cambio di un reddito di cittadinanza. “E’ una lettura del tutto fuorviante, il reddito di cittadinanza lo abbiamo proposto anche noi e non è una forma di assistenzialismo, ma una forma di investimento di natura economica che libera le energie e dà la possibilità di scelta ad un giovane in cerca di lavoro. Ma le nostre proposte non sono state ascoltate e la massa critica si sposta altrove”. Forse non bastano le proposte, bisogna farne delle battaglie politiche, e voi apparite troppo chiusi in un sistema di corsa elettorale. Ci sono emergenze gravi qui in città, le periferie, un sistema politico opprimente da anni, figli candidati alle elezioni con il bagaglio dei voti paterni, anche in Leu, del resto. Altri come i 5 stelle sono riusciti a dare voce a questa questa massa critica, ne hanno interpretato il sentimento. “Certo, non lo ha fatto il PD ma noi siamo diversi, solo che la gente non fa queste distinzioni, siamo stati percepiti come un riciclaggio del PD e abbiamo perso i nostri elettori; il centro sinistra ha contribuito a ridurre i diritti, adesso bisogna fare un partito nuovo per una politica del tutto nuova. Queste elezioni hanno fatto capire che una storia è finita e se la sinistra si vuole riformare dobbiamo ricominciare da zero”. Forse anche con dirigenti nuovi, visto che i vecchi sono stati responsabili di questo accordo. Nel frattempo la messa in crisi dello storico sistema deluchiano non è certo arrivata da Leu: “Le politiche sono sempre un voto più libero, meno condizionato delle amministrative ma questa volta c’è un fatto nuovo importante, la sconfitta del gruppo De Luca nei quartieri popolari della città, c’è una frattura evidente tra il deluchismo e la città. Questo non vuol dire che il sistema sia finito, ma è un accenno di crisi che va colto e sul quale va fatto un lavoro esemplare. Sul giornale La città Marco Giordano ha descritto Salerno come una delle città più povere di Italia, in parte è così ma è una povertà diffusa con punte più acute in alcune zone, ci sono quartieri dove la situazione sociale è molto diversa per reddito e disagio, per mancanza di servizi, come ad esempio S.Eustachio e un luogo di osservazione è certo la scuola, dove mancano palestre, attrezzature, aule. Se la sinistra vuole riformarsi dobbiamo partire da questi luoghi del disagio”. Si potrebbe obiettare che da anni lo state dicendo ma poi vi chiudete nelle segrete stanze e fate gli accordi elettorali:: “In parte è vero, ci siamo illusi che una figura come Grasso potesse portare un valore aggiunto ma non è stato così e il risultato negativo ci costringe a ripensare tutto in modo nuovo. Ora bisogna ripartire da zero cercando di costruire un partito nuovo”.