Dal ’94 ad oggi, cronistoria di un disastro

1994 Governo Ciampi. Inizia sotto il Governo Ciampi l’emergenza rifiuti in Campania per la saturazione di alcune discariche; nasce il Commissario ambientale, affidato al Prefetto.
1996 Governo Dini. Il ruolo passa al Presidente della Regione che deve predisporre un Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti. Al prefetto resta il servizio di raccolta.
1996 Primo Piano Regionale per lo smaltimento dei rifiuti. Giunta Rastrelli. Prevede la realizzazione di due termovalorizzatori e 7 impianti di CDR (combustibile derivato dai rifiuti).
1998 Commissione parlamentare. Per un’apposita commissione parlamentare dopo quattro anni di gestione commissariale, la Campania risulta ancora in stato di emergenza.
1998 FIBE. Gara d’appalto per l’affidamento ad un soggetto privato dell’intera gestione del ciclo dei rifiuti. La gara si chiude nel 2000,  Commissario straordinario è il nuovo Presidente della Regione Antonio Bassolino. Vince la gara l’ATI FIBE  (Fisia, Impregilo Fisia Impianti e altri)
2000 Acerra. L’impianto viene localizzato ad Acerra ma non viene eseguito nei tempi previsti e produce ecoballe non utilizzabili per il CDR.  Se ne accumulano 5 milioni, corrispondenti a 6 milioni di tonnellate di rifiuti non smaltibili tramite termovalorizzazione.
2001 Inadempienza della FIBE. Si aprono discariche provvisorie e si inviano tonnellate di rifiuti in altre regioni e in Germania.
2001/2002/2003 Entrano in funzione alcuni impianti ma la Campania non riesce a  trattare le tonnellate di rifiuti.
2007 Governo Prodi. Nuova crisi. Si individuano nuovi siti e si autorizza la costruzione di 3 nuovi impianti.
2008 Viene nominato da Prodi commissario Gianni De Gennaro, con l’obiettivo di risolvere la situazione entro quattro mesi. Riprendono i trasferimenti verso la Germania e viene individuata una nuova area da adibire a discarica a Pianura e a Chiaiano. Scoppiano violente proteste con ripercussioni sull’ordine pubblico.
2008/2009 Governo Berlusconi e Guido Bertolaso. Si vara Operazione strade pulite, si prevede la costruzione di quattro inceneritori, in dieci siti in cui realizzare nuove discariche di competenza militare con sanzioni per i Comuni che non portano a regime la differenziata.
2009 L’emergenza viene dichiarata chiusa mentre restano da smaltire cinque milioni di ecoballe. Si avvia il collaudo del termovalorizzatore di Acerra ma le emissioni vanno oltre i limiti di legge. 
L’intreccio di interessi. Le cause alla base dell’emergenza vengono individuate in gravi errori tecnico-amministrativi ma soprattutto nell’intreccio di interessi politici, industriali e malavitosi. Gravi responsabilità sono addebitabili alle società del gruppo Impregilo. Il protrarsi dell’emergenza ha creato vantaggi alla criminalità organizzata. Nel 1995, con la giunta Rastrelli di An, viene emesso un primo bando di formazione per operatori ecologici con l’assunzione di 2.500 persone, liste di disoccupati create ad hoc controllate dalla camorra; vengono create cooperative per i servizi di nettezza urbana. Si arriva così a 12000 addetti, 1 ogni 400 abitanti mentre la media italiana è 1 ogni 9.000. Il sistema viene perfezionato con le società miste mentre i lavoratori vengono stabilizzati..
I danni per la salute pubblica. Studi scientifici di vari centri (OMS,  Centro Europeo Ambiente e Salute, Istituto Superiore di Sanità, CNR e altri) hanno individuato un aumento del 9% della mortalità maschile e del 12% di quella femminile, nonché l’84% in più dei tumori e malformazioni congenite. I rifiuti tossici e gli incendi hanno creato gravi problemi alle coltivazioni di terreni un tempo fertilissimi.
Processi della Magistratura. Nel 2007 vengono rinviati a giudizio per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture, falso e abuso d’ufficio 28 imputati; tra questi Bassolino, il sub commissario Facchi,  il vice commissario Vanoli, i Romiti, vertici della Impregilo, la Fibe , Fisia, Italimpianti, Fibe Campania e Gestione Napoli. Altri procedimenti per mancato rispetto dei contratti, omissione di controlli,  ecoballe con rifiuti “talquale” non combustibili, aree  prive delle necessarie misure di sicurezza per l’ambiente; etc .  Indagato per associazione a delinquere e corruzione a Potenza il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Altri arresti nel 2008 per l’inchiesta Rompiballe per epidemia colposa, i funzionari Marta Di Gennaro, vice di Bertolaso e diversi dipendenti e rappresentanti di aziende collegate al Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania. Indagato anche il prefetto di Napoli Pansa
2013 Assoluzioni. Gli imputati sono stati assolti tutti con formula piena dalla V sezione del Tribunale di Napoli (presidente Maria Adele Scaramella, giudici Antonia Napolitano Tafuri e Giuseppe Sassone). In alcuni casi perché il fatto non sussiste, in altri perché il fatto non costituisce reato.
Spese e Costi. Tra il 2000 e il 2004, sotto la Giunta Bassolino, aumenta il ricorso alle società miste, e aumentano a dismisura le spese della dirigenza del commissariato che passano dai 16.638 euro del 1998 a 1.140.000 nel 2003, mentre nel 2004 ci sono quattro sedi, con un costo di 857 mila euro l’anno.  Aumentano i costi delle consulenze specie in ambito universitario, ricorrendo a servizi esterni e che arrivano a compensi di 400.000 euro. Sono 2.361 gli assunti e stipendiati per una raccolta differenziata mai iniziata, 50 gli automezzi acquistati che vengono rubati appena dopo la consegna, 9.270.401 gli euro spesi per il progetto di controllo via etere per lo spostamento dei camion che incontra l’opposizione dei conducenti e a cui dà ragione la Magistratura. Si calcola uno spreco di oltre 2 miliardi e debiti per circa 500 milioni di euro.
Rifiuti speciali Inchiesta Cassiopea. Nel 2002 viene approvato l’ingresso di rifiuti speciali provenienti da altre regioni. Nel 2007 vengono messe sotto sequestro per la presenza di rifiuti tossici, 18 aree tra cui cave, fornaci, aziende agricole e impianti di recupero adibiti a discariche abusive. Napolitano firma un decreto legge che autorizza il Commissario ad utilizzare gli impianti e le cave dismesse anche sottoposti a provvedimenti di sequestro. 
Giunta Caldoro e nuovo Piano regionale. Nel 2010 si insedia la Giunta Caldoro del centro destra. Nel 2012 viene presentato un nuovo Piano Regionale per i rifiuti che ha accolto i rilievi della commissione europea, il cui via libera è indispensabile per sbloccare 400 milioni di euro destinati alla Campania. Tende prevalentemente ad una riduzione dei rifiuti e ad una regionalizzazione della gestione. Nel 2015 il Piano viene promosso da Federambiente e Legambiente e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio.  
 2014 Decreto sulla Terra dei fuochi. Vengono stanziati ulteriori fondi per le bonifiche dei siti che ammontano, dal 2010, a 300 milioni.
2015 Giunta De Luca e maximulta della Corte di Giustizia europea. A poche settimane dell’insediamento di Vincenzo De Luca, viene inflitta dall’Europa all’Italia una maximulta di 20 milioni di euro per i ritardi della Campania con un pagamento per ogni giorno di ritardo di 120mila euro al giorno fino a che non siano stati messi in servizio impianti di recupero dei rifiuti organici aventi una capacità annua di 382mila 500 tonnellate.
2016/2017 Obiettivo rimozione ecoballe, costo 450 milioni. Si prevedono impianti di compostaggio per il trattamento dei rifiuti organici. Per la Terra dei fuochi si annuncia un programma di monitoraggio. Il Governo concede il finanziamento. 
2016 Nuovo Piano Regionale. Il nuovo piano prevede la realizzazione di due nuovi impianti a Giugliano e a Caivano e  una discarica che dovrà ospitare circa un milione di metri cubi avanzati dalle ecoballe. Prevede di raggiungere per  2019 una percentuale di differenziata del 65 per cento. Il nuovo modello necessita di una diversa rete impiantistica, saranno necessari siti di compostaggio per lavorare 800 mila tonnellate di frazione umida all’anno. Attualmente in regione è possibile lavorare, affidandosi soprattutto ai privati, solo 180mila tonnellate, tutto il resto viene portato in altri impianti con una spesa che va dalle 140 alle 170 a tonnellata. 
 2017 Ministero dell’Ambiente boccia il piano dei rifiuti regionale. Il piano non prevede la realizzazione di nuove capacità di incenerimento e prevede un incremento di fabbisogno di discarica e nell’ultimo biennio si è registrato un calo di raccolta differenziata che nel 2015 è cresciuta solo dell’0,9%, in contrasto con le previsioni del Piano, secondo le quali si dovrebbe raggiungere il 65 per cento nel 2020.  Il Piano non sarebbe in linea con la normativa nazionale e con quella europea e esporrebbe l’Italia a nuove sanzioni. 
2018 Il ritorno di Perrella. Le infiltrazioni malavitose iniziarono nei primi anni Novanta quando Nunzio Perrella, ex affiliato del clan Puccinelli, decide di aderire al programma riservato ai pentiti e comincia a rivelare il giro di affari intorno alla gestione dei rifiuti, con guadagni ad ogni passaggio produzione, raccolta, sversamento e discarica. Accanto ai rifiuti urbani, quelli speciali; secondo le Procure di Napoli e di Santa Maria Capua a Vetere tra Napoli e Caserta sono state sversate più di 18 mila tonnellate di rifiuti tossici provenienti da Brescia, 6 mila e 500 tonnellate dalla Lombardia e quantità inimmaginabili di liquami industriali da Venezia e Forlì 
Secondo il “Rapporto rifiuti urbani 2015” compilato dall’Ispra, l’Istituto Superiore di Protezione Ambientale, sarebbero 676mila le tonnellate di scarti organici raccolte in Campania nel 2014, pari al 55% dei rifiuti complessivamente intercettati dai sistemi di raccolta differenziata nelle cinque province. Del totale raccolto solo 60mila tonnellate viene trattata in regione, le rimanenti 600mila tonnellate sono state spedite in altre regioni. Trasportare e avviare a trattamento fuori regione una tonnellata di rifiuti organici costa in media circa 165 euro. Nel 2014 la Campania ha speso 99 milioni di euro. Il piano rifiuti del 2012 dalla Giunta Caldoro prevedeva l’entrata in funzione entro i primi mesi del 2016 di undici impianti, tra centri di compostaggio e digestori anaerobici. Tre di questi impianti (San Tammaro, Eboli e Giffoni Vallepiana), con cantieri avviati dalla giunta Bassolino, nel 2011, il governo Caldoro aveva stanziato 11 milioni. Ad oggi, solo tre risultano in funzione e considerando la capacità complessiva di trattamento si può smaltire solo un terzo dell’effettivo fabbisogno imposto dall’Europa.  Per mettere a punto i bandi di gara ed avviare in tempi rapidi l’iter della costruzione degli impianti nel 2011sono stati nominati 5 commissari, restati in carica fino al 2014. La Giunta De Luca, per la revisione del piano rifiuti, ha creato una apposita struttura di missione.
 

Fonti: www.riciclanews.it; wikipedia; Nazioneindiana.com; La Repubblica Napoli, Il Mattino, Cronache di Salerno, Regione Campania, Corriere del Mezzogiorno.

 

 

 

Redazione

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