Si inaugura venerdì 12 luglio alle ore 19:00, al Museo dei materiali minimi di Paestum, “Il tuffatore di, seconda edizione”, a cura di Nuvola Lista. Al timone del museo da qualche anno, la giovane figlia del più famoso Pietro, sta mettendo a segno belle iniziative d’arte nel bellissimo spazio sulla strada di Porta Sirena, dietro le mura.
Dopo la prima edizione del ’98 nella quale furono chiamati vari artisti a ripensare la straordinaria lastra della tomba del tuffatore, scoperta nel 1968 dall’archeologo Mario Napoli e sulla quale in molti si sono cimentati in letture e interpretazioni, questa volta sono stati radunati altri artisti e illustratori a sperimentare sulla immagine iconica dell’uomo che si tuffa probabilmente nell’aldi là, o che almeno desta tali suggestioni.
“La tomba del Tuffatore, scriveva Luca Cerchiai, fu scoperta in località Tempa del Prete a Paestum il 3 giugno del 1968 e da allora, come per molte altre cose che accaddero in quell’anno, il mondo non fu più lo stesso. L’esile figurina che si tuffa dalle porte dell’Ade in Oceano è divenuta un’icona universale, su cui si sono esercitate le variazioni di artisti, poeti, cineasti, forse perché attraverso il tempo tocca una corda profonda, traduce visualmente l’attrazione e il timore suscitati in ciascuno di noi dall’incontro inevitabile con l’altra dimensione”.
Padrino di questa seconda edizione è Ernesto Tatafiore che insieme ad Ale Giorgini, Toni Demuro, Vauro, Davide Bonazzi, Elisa Lanconelli, Gino Rubert, Emiliano Ponzi, Massimiliano Di Lauro, Francesco Poroli, Stefano Marra, Giulio Iacchetti, Davide Toffolo, Elisa Seizinger, Leonardo Crudi, Cristian Grossi, Luca Font, Giacomo Keison Bevilacqua, Guido Scarabottolo, Domenico Pascarella e Fabio Magnasciutti aprono nuovamente molteplici ed inedite prospettive per un risultato ancora una volta sorprendente. La prima edizione, curata da Gillo Dorfles, aveva visto in azione Altan, Baj, Brindisi, Calligaro, Crepax, Cucchi, Echaurren, Giuliani, Lista, Lodola, Nespolo, Paladino, Pericoli, Persico, Pisani, Staino, Tadini e lo stesso Dorfles, che avevano reinterpretato, secondo il proprio stile, l’iconica immagine di Paestum. Oggi a a distanza di 25 anni, il Tuffatore è ancora una immagine di grande richiamo e dalla forte capacità evocativa.
La straordinaria scoperta della tomba e della lastra che la richiudeva ha continuato ad ispirare scrittori, registi, poeti, storici dell’arte, filosofi e artisti. Dei cortocircuiti tra la perfezione stilistica dell’antico e il proprio modus operandi, ha scritto il critico Antonello Tolve nel catalogo della mostra che avrà altre tappe e altri contributi. L’evento è realizzato con il patrocinio e la collaborazione della Città di Capaccio Paestum.