Sarà perché anche Vincenzo viene da studi filosofici, sarà perché citava Kant contro gli zingari ma l’appello degli intellettuali Biagio De Giovanni e Paolo Macry contro il patto Pd- Dema su Ruotolo sembra un malcelato endorsement ad un solo candidato: De Luca. Del resto i legami tra il governatore e gli intellettuali sono annosi, soprattutto in area napoletana perché a Salerno non va proprio bene; ma si sa, nemo intellettuale in patria. A Napoli invece i rapporti sono ottimi tanto che la Regione Campania promuove molte lodevoli iniziative con loro, da “Adotta un filosofo” che prevede lezioni di filosofia nelle scuole promossa dalla Fondazione Napoli Teatro Festival presieduta da Alessandro Barbano, già direttore del Mattino (giornale di cui è editorialista il curatore Massimo Adinolfi), nominato presidente proprio da De Luca; o come Lezioni di Storia Festival in collaborazione con Laterza e il Bellini. Intendiamoci: iniziative ottime, con docenti che sono il fior fiore delle discipline e divulgare la storia e la filosofia è sempre cosa buona e giusta; inoltre oggi in Campania quasi tutta la cultura è promossa dalla Regione e quindi è molto difficile per chi vuole mettere a servizio della collettività la propria competenza, non avere rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione. Il problema è quando le strade del lavoro e quelle della politica si incrociano e allora appare difficile discernere tra libertà di pensiero e indipendenza di opinione. L’appello lanciato dai due intellettuali – che già si erano schierati pubblicamente con Italia Viva – non è proprio tra quelli che si autodefiniscono moderati e riformisti anzi appare del tutto virulento nell’uso delle parole che sono poi la loro materia viva. L’accordo sul nome di Sandro Ruotolo per le suppletive viene definito “una scelta infausta”, De Magistris “uno dei peggiori sindaci della storia repubblicana di Napoli”. Francamente una esagerazione visto che da Lauro a Iervolino ci sarebbe un bell’imbarazzo a scegliere il peggiore; e ancora: “De Magistris è stato il primo e il più tenace interprete della pericolosa deriva populista e demagogica che ha dilagato in Italia”. Addirittura. Qui decisamente si sopravvaluta il sindaco che avrà anche fatto appello al popolo napoletano (che in gran parte lo sostiene) ma, con tutto il rispetto, non ha mai avuto una capacità di egemonia nazionale ed è rimasto un esponente politico di area napoletana. Ora ci sono molte tesi su chi ha portato il populismo in Italia, c’è chi ritiene che il colpevole sia internet; chi ritiene sia stato Michele Santoro con le sue piazze televisive e ovviamente Beppe Grillo a cui va si deve la primogenitura del “vaffa”, per non dimenticare la Lega e Bossi e Salvini. Insomma c’è da scegliere ma che due “professoroni”, come diceva Renzi, semplifichino in modo così rozzo l’analisi politica facendo di De Magistris il vaso di Pandora del populismo, è un clamoroso scivolone. Mettere in moto una petizione contro Ruotolo, da veri gufi, con tanto di raccolta firme, considerato “espressione del Partito Mediatico-Giudiziario che ha promosso e sostenuto sin dagli esordi politici Luigi de Magistris” da chi “si dichiara riformista e liberale” è davvero un’azione illiberale. Ovviamente, sentito l’odore del sangue, sull’appello si è subito fiondata la simpatica community della ferocia, a cominciare da quel garbato giornale che si chiama Foglio seguito da una caterva di firmatari, tutte persone perbene che non hanno gradito l’accordo Pd, DemA e meno male che non ci sono pure i 5 stelle. Ma se tutta questa brava gente , espressione della buona borghesia napoletana, non vuole un accordo sul nome di Ruotolo (su cui c’è pure Italia Viva), di sicuro non ama i 5 Stelle, allora chi vuole? Ma un lucano, naturalmente. “Sei settimane fa – scriveva Macry subito dopo le elezioni regionali del 2015 – gli elettori hanno scelto per Palazzo Santa Lucia un ex sindaco diventato famoso per le ronde securitarie che organizzava nella sua città, uno che vuole mettere in riga i fannulloni e i corrotti, che parla di etica spartana, che mostra il bastone più della carota”. Insomma uno di sinistra che sia pure un po’ di destra. Un vero filosofo. Quando si dice l’ammirazione.