Scriveva Susan Sontag in “Notes on camp”, che “Molte cose al mondo non hanno un nome, e molte, anche se il nome ce l’hanno, non sono mai state descritte. Una di queste è la sensibilità che va sotto il nome di Camp”. Nel saggio del ’64, la scrittrice americana cercava di descrivere quel particolare atteggiamento dell’arte, eccessivo e anticonformista, che si collocava fuori dai canoni tradizionali. Ma il “camp” è anche la rivisitazione delle culture popolari e arriva fino alle a teorie più postmoderne di rielaborazione sociale e culturale che si oppone al pensiero dominante. Camp è quindi un atteggiamento non conciliante con la divulgazione consueta, ivi compresa quella delle notizie, che spesso è solo il terminale del pensiero politico al potere. Camp è inoltre acronimo di Cultura, Ambiente e Politica, tre aree ipercritiche in particolare nella nostra regione, la Campania, che più di ogni altra è Camp, nel senso dell’eccesso, del kitsh, dal folclore a Gomorra e di cui è simbolo efficace la “buatta” di pomodoro rielaborata da Andy Warhol. Youcamp, piccolo blog con le ambizioni di un giornale, si riferisce almeno nelle intenzioni, a molte cose, e di quell’espressione dai plurimi sensi abbraccia lo stile anticonformista di una visione del mondo, in questo caso un mondo molto piccolo ma particolare quale il nostro territorio. Sopratutto Youcamp, è la possibilità di dare spazio a molte voci, spesso frammentate e divise e in scarso dialogo tra loro che insieme invece compongono un alto canto di protesta e di allarme alla devastazione della propria terra. Oggi la Campania felix è una terra dai molti fuochi, dall’inquinatissimo mare ai fiumi come il Sarno, alla devastazione idrogeologica, fino ai casi clamorosi del capoluogo di Salerno come il famigerato Crescent. Youcamp è un po’ più di un blog perché ospita contributi esterni e non solo quelli del suo autore ma è molto di meno di un giornale visto che è prodotto con mezzi propri e del tutto privo di risorse e sostegni economici. Fortunatamente la rete oggi consente con pochi mezzi di aprire uno spazio di discussione e riflessione, in primo luogo libero, che non risponde a nessuno ma solo alla qualità dei contributi e alla professionalità di chi lo organizza. Con il numero zero siamo partiti con alcune emergenze politiche come la ricomparsa di gruppi giovanili neofascisti che nel nostro territorio sembrano, al momento, innocui; ed ambientali su cui arrivano allarmi a varie voci, dall’annosa vicenda delle Fonderie Pisano di Fratte, a Battipaglia, a Pontecagnano, a Sarno, dove sono in moto comitati che si oppongono a impianti e ad una gestione dei rifiuti, dissennata e forsennata. Non mancano alcune finestre sulla cultura, l’attenzione agli archivi della memoria o del cinema, pubblici e privati; casi studio del territorio come Palomonte con il sindaco Mariano Casciano che con la cultura sta sperimentando un nuovo laboratorio politico; o la casa museo di Bosco dedicata al “pintor” josè Ortega; le produzioni di giovani artisti nati in Campania ed emigrati altrove e attenzione alle esperienze di qualità particolare come la casa editrice Licosia di Ogliastro, diretta da Nunziante Mastrolia. E proseguiremo ad ogni numero con le emergenze e le tematiche relative alla politica, ambiente e cultura, i territori di cui si occupa Youcamp, con una apertura speciale che “campeggia” ad ogni numero come l’intervista al “maestro” di giornalismo D’Antona che è stato per un troppo breve periodo direttore di “La città”, quotidiano di Salerno e con cui è sembrato giusto inaugurare un blog di informazione; o il cinquantennale del ’68 che si celebra nel 2018, visto nei suoi aspetti politici e culturali, come la grandiosa scoperta della Tomba del Tuffatore di Paestum. Per ora , come la mostra romana che si è aperta per i cinquant’anni da quella storia, non è che un inizio.